Prima ripetizione di Nona Sinfonia sulle Alpi Apuane

Scritto da: Raffaele Giannetti In: Notizie Su: Commento: 0 Colpire: 1757

Nona Sinfonia è una delle vie più complesse della Toscana, aperta nel 2003 dalla guida alpina Roberto Vigiani, non nuovo a prestazioni di questo tipo. L’elevata difficoltà psicologica è dovuta alla chiodatura lunga (S3, con grado 7B+ obbligatorio - max 8A) e la roccia è un calcare non compattissimo, per cui gli appigli non sono sempre solidi.  Patrizio Buricchi compie la prima ripetizione ad inizio di giugno 2015.

Domande: Gelfi Andrea e Giannetti Raffaele.
Testo: Del Cima Serena
Fotografie: Roberto Milazzo, Samuele Galeffi e Marcello Corniani
Archivio Versante Apuano

Una parete verticale del monte Nona posizionata di fronte ad un bellissimo monolite di calcare chiamato Procinto: qui i 300 metri di “Nona Sinfonia”. Luogo storico per bellezza e crocevia delle Apuane.

Da qui si raggiungono il callare del Matanna, il monte Croce, il monte Nona, il monte Forato, la Pania. Il paesaggio è dolce, roccia e vegetazione si alternano, si aprono spazi di mare, la vista si allarga, ma poi la montagna torna a raccoglierti, circondarti e proteggerti.

La parete del monte Nona è uno specchio di luce: gialla/grigia e a tratti nera, questa parete sembra baciata dalla buona sorte. Che tu arrivi da Stazzema o dalla Garfagnana la sua austera imponenza ti trasmette una chiara sensazione di bellezza.

Nona Sinfonia è una delle vie più complesse della Toscana, aperta nel 2003 dalla guida alpina Roberto Vigiani, non nuovo a prestazioni di questo tipo. L’elevata difficoltà psicologica è dovuta alla chiodatura lunga (S3, con grado 7B+ obbligatorio - max 8A) e la roccia è un calcare non compattissimo, per cui gli appigli non sono sempre solidi.

La parete verticale del monte Nona

Patrizio Buricchi compie la prima ripetizione ad inizio di giugno 2015. Falesista di qualità, decide di superare i propri limiti affrontando una via in montagna: “La voglia di confrontarmi con qualcosa di più impegnativo” dice l’arrampicatore di Castelnuovo Garfagnana, “mi ha spinto ad affrontare una via made in Vigiani, provata da altri ma mai ripetuta”.

Nonostante la chiarezza di questa affermazione abbiamo chiesto a Patrizio, come mai non abbia scelto come campo di battaglia per affrontare una sfida con se stessi, proprio la falesia, magari alzando il grado. “Aumentare il grado in falesia sarebbe molto bello, ma richiede un impegno che, vista la mia età, ed i miei impegni lavorativi e familiari (ho due bambini), non è cosi facile da realizzare. Sarebbe già buono riuscire a mantenere il livello attuale, ma non si sa mai!

Buricchi aveva già tentato di scalare Nona Sinfonia nel 2007, ma poi aveva rinunciato. “Non ho mai smesso di pensare a Nona Sinfonia dopo il ritiro, ho deciso di tornare per la voglia di effettuare una nuova esperienza e perché Henry è una garanzia per questo tipo di progetti”.

Il suo compagno di cordata è stato Henry Del Papa, compagno di falesia insieme ad Ale Del Rosso. “Dopo uno stop di dieci anni Henry ha ripreso a scalare ed ha il livello ed il carattere giusto per buttarsi in progetti impegnativi” ci spiega Buricchi.

Anche Henry ha grande stima di Patrizio, gli abbiamo chiesto se ha mai avuto paura per il compagno: “I primi 4 tiri, anche se hanno sezioni che fanno stare a "pelo ritto", sapevo che li avrebbe affrontati con superiorità. Ero quindi molto concentrato, ma non particolarmente preoccupato anche se consapevole di essere responsabile in pieno della sua incolumità. Intervenivo spesso a dargli sicurezza e a farlo pensare solo a scalare, questo si. Su L6 è stato un po' diverso, perché ha una sezione dove non doveva proprio cadere ed è qui che sono stato un po' preoccupato: mi sentivo impotente, e lo sarei stato! Tutto comunque è andato per il meglio, mi sono proprio divertito!

Patrizio Buricchi su Nona Sinfonia

L'affiatamento con il compagno di cordata è importante per la buona riuscita dell'impresa. Chiediamo quale sia stato l’aspetto più duro da affrontare. Patrizio specifica: “Sicuramente ho patito molto l’aspetto psicologico della via, per la chiodatura non ravvicinata e per la qualità della roccia che spesso è molto fragile. Ogni volta si rompeva qualche presa. Il dover dipendere da una tacca che si poteva rompere all’improvviso, ha reso i miei tentativi parecchio emozionanti”. “Mano a mano che effettuavo le ricognizioni sulla via, la mia ansia è diminuita sui primi 4 tiri. Per il 6° tiro invece ho staccato la spina e sono riuscito a scalare senza più pensare al possibile volo……. molto lungo!!!!! Il 6° tiro si è dimostrato essere il più duro per me, anche se solo 7B, proprio per la chiodatura lunga. Non so se altri lo troveranno così impegnativo, magari no, ma per me ha significato molto riuscire a scalare quei 40 metri con quella concentrazione positiva. Mentre scalavo la via, ho spesso pensato a cosa vuol dire chiodare dal basso una via del genere, come ha fatto Roberto Vigiani, Ci vuole grande competenza e grande livello. Complimenti a Roberto anche se non ne ha bisogno.

Patrizio Buricchi in equilibrio su L2

Continua Buricchi: “Dopo 20 anni di monotiri quest’anno m’è tornata la voglia di tornare su Nona Sinfonia, anche se non ero più tornato sulle vie lunghe il pensiero del Nona non mi ha abbandonato mai. Ogni tanto si ripresentava nella mia testa. Il fatto di avere famiglia con due splendidi bambini non mi aiutava nella scelta. La possibilità di farsi male era tutt’altro che remota ed in tal caso mi sarebbe stato impossibile lavorare, con tutte le conseguenze del caso.” “Certe volte però la razionalità si scontra con le passioni, e queste ultime anche se egoistiche, vincono. Ti permettono di realizzare una cosa che per te è importante e di renderti conto che le persone che ti stanno vicino e che vorrebbero vederti rinunciare per paura di incidenti, sono quelle che anche ti incitano di più a provare. Questo ti fa capire che non si tratta solamente di fare una via, ma di qualcosa che va oltre, nel personale, e per questo raddoppia il suo valore.

Buricchi dice di non avere abbastanza esperienza per capire se Nona Sinfonia sia o meno una via cosi impegnativa. “Ci saranno sicuramente vie più dure” dice, “ma per me ha significato moltissimo, ed oggi mi piace pensare che per emozionarsi non occorre necessariamente fare vie di riferimento assoluto. Basta trovare il proprio progetto, magari originale, e provare a perseguirlo. È già una vittoria”.

Chiediamo quali saranno le prossime imprese sulle Apuane. “Nella mia testa ho molti progetti su vie lunghe, ma preferisco non parlarne perché per adesso sono solo progetti

Ringrazio i miei sponsor Versante Apuano e Gebo Mountain.

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