Andrea Zanone per la prima volta in terra Toscana

Scritto da: Raffaele Giannetti In: Articoli Su: Commento: 0 Colpire: 1836

Il racconto di Andrea Zanone nel suo ultimo viaggio in terra Toscana.

La mia prima volta in terra toscana è stata alla fine dello scorso ottobre.

Per mia sfortuna non ho avuto la possibilità di vedere tutti i posti del mondo, ma non sono stato neanche chiuso in casa in questi 13 anni da scalatore. Un’idea i bellezza me la sono fatta e di sicuro la Toscana, precisamente la zona di Sant'Anna di Stazzema, al confine con Camaiore, è stata una bella scoperta per me, molto positiva e stimolante.

Ho avuto la fortuna di passare un bel periodo con qualche caro amico e local, disperso nei boschi di Sant’Anna, e di poter dedicare il mio tempo alla scalata.

I boschi della zona sono estremamente fitti, caratteristici e rigogliosi grazie all’elevata percentuale di umidità e dato che per me era la prima volta, mi hanno subito fatto ricordare i bellissimi paesaggi Liguri.

Gli avvicinamenti per andare in falesia sono sempre stati molto piacevoli. Al mattino passeggiare nel bosco era veramente rilassante, c’era la luce solare che filtrava nel bosco e un silenzio incredibile, quasi disarmante. Ricordo che era un bel momento di riflessione per me, c’era silenzio ma sentivo tutto. E’ pazzesco come la natura riesca a condizionarmi così tanto, mi sentivo fortunato e grato di essere lì a godermi quegl’istanti e ad essere così in sintonia con l’ambiente che mi circondava. Tutto? questo era quello che succedeva nella mia testa, nel bosco, l’unico rumore era quello dei nostri passi sulle foglie.

Siamo stati estremamente fortunati dal punto di vista climatico, ha piovuto pochissimo e di conseguenza non sono mancate le tipiche giornate terse di Novembre, che, oltre averci fatto godere la scalata, ci hanno regalato dei tramonti veramente indimenticabili. Ricordo che in falesia aspettavamo sempre che il sole tramontasse nel mare prima di incamminarci verso casa, anche quello era un momento magico che mi regalava pace, mi faceva pensare a come avevo vissuto la giornata, a come mi ero sentito durante i tentativi sulle via…quei colori mi facevano apprezzare quello che stavo vivendo.

Penso veramente che quei tramonti siano stati i migliori che abbia mai visto.

Ho trascorso il 90% del mio tempo scalando nella falesia di Sant’Anna, precisamente a Rocca Petrosa e alla Grotta dell’Uomo. Sono settori che sono stati valorizzati da Andrea Brocchini, Marco Peli e Andrea Gelfi. Questi ultimi due ho avuto il piacere di conoscerli e con i quali ho condiviso piacevoli giornate in falesia, piacevoli chiacchierate e scambi di opinioni.

Entrambi i settori, secondo me, sono molto validi e con ancora un bel potenziale di vie da poter chiodare. Non sono gli unici, perché, oltre a quelli citati, ci sono almeno altri due settori meno frequentati e con una qualità della roccia notevole: Il Castello e Rocca Petrosa.

Come per ogni viaggio, bisogna adattarsi alle condizioni climatiche che il posto ha da offrire e alla qualità della roccia presente, infatti, per me è stata una bella sfida trovare il momento perfetto per provare i tiri che volevo.

Sant’Anna è esposta a Sud/Ovest, quindi solitamente è calda per provare delle vie al proprio limite. Ho comunque cercato di sfruttare al meglio le giornate, scalando al buio munito di faretti e frontali o di giocarmi dei tentativi prima che la luce tramontasse completamente, insomma ho dovuto adattarmi per evitare i caldi raggi del sole

Ho avuto il piacere di scalare su dei bei tiri, tutti abbastanza diversi sia per la qualità della roccia che per lo stile di scalata. L’intensità forse è l’unica caratteristica che accomuna un po’ tutte le vie che ho provato.  A parte veramente qualche eccezione, bisogna avere una bella dose di dinamicità e forza di dita per poter risolvere i passi duri di queste corte vie di calcare.

Mi piace molto scalare su questo stile boulderoso, infatti mi sono divertito “un monte” in questo piccolo angolo del Camaiorese e per fortuna sono riuscito a ripetere un bel po’ di linee nei vari settori della zona.

Il Caprone, Malanga, AnsioLine, La Questua, La rivincita dei nani, Il detentore della verità e Coup de Foudre sono le vie che mi hanno colpito di più e mi hanno regalato belle emozioni sia durante i tentativi sia per i racconti che Marco e Andrea hanno avuto il piacere di condividere con me. Mi affascina sempre ascoltare la storia di come sono stati valorizzati i posti e le vie, e i vari racconti dei local mi fanno apprezzare molto di più il posto in cui sto scalando e soprattutto le linee che sto scalando.

Purtroppo non sono riuscito a fare e a provare proprio tutto quello che avrei voluto, un tiro nello specifico mi ha affascinato e motivato particolarmente. La via è stata chiodata diversi anni fa da Mauro Calibani e Andrea Gelfi, ed è una variante della Questua (una fantastica linea di 8A/+) sulla quale, negl’ultimi giorni, ho fatto veramente dei bei tentativi che mi hanno fatto sperare in una prima salita.

Oltre al grande impegno che questo sport comporta, dopo varie settimane di viaggio, bisogna essere in grado di gestire al meglio le giornate di riposo riuscendo a far combaciare una buona condizione fisica e della pelle con le condizioni climatiche favorevoli.

Un po’ per questi motivi e un po’ per la pressione psicologica, non sono riuscito a centrare l’obiettivo di liberare questa bellissima linea di Rocca Petrosa, ma sono comunque rientrato a casa soddisfatto e positivo grazie all’esperienza vissuta.

Conservo veramente dei bei ricordi di quei giorni, ricordi di giornate indimenticabili con amici, divertimento, risate, scalata…

A pensarci mi sale ancora un po’ di nostalgia perché è stato tutto veramente troppo bello, ma si sa, le cose belle per essere tali devono finire…quel viaggio ormai è terminato, ma sto aspettando con ansia una nuova occasione per tornare a sognare in quei posti, conoscere persone nuove, scoprire posti nuovi…

Insomma, ho fame di nuove esperienze.

Ci si vede in zona a tirale ;)

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